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Iconografia rivoluzionaria
Recensione dell’opera: Christian-Marc Bosséno, Christophe Dhoyen, Michel Vovelle, Immagini della libertà. L'Italia in rivoluzione 1789-1799, Roma, Editori riuniti, 1988 (traduzione di Roberto Della Seta). L’articolo è parte della sezione Un anno di Rivoluzione francese, edita a cura di Bruno Bongiovanni e Marco Revelli in occasione del bicentenario. Sul tema dell’iconoclastia, il ruolo e la diffusione delle immagini Castelnuovo richiama The Power of Images. Studies in the History and Theory of Response di David Freedberg (University of Chicago Press, 1989).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Oggetti intelligenti
Recensione dell’opera: Federico Zeri, Giorno per giorno nella pittura, I, Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino, Allemandi, 1988. Nel presentare il primo volume dei cinque che compongono la serie, edita da Umberto Allemandi dal 1988 al 1998, Castelnuovo sottolinea come i saggi qui raccolti – pubblicati tra fine anni Quaranta e metà anni Ottanta – permettono di cogliere l’autore nel vivo dell’attività del conoscitore, offrendone un ritratto ben differente da quello più polemico e mediatico (nella recensione a L'inchiostro variopinto, la raccolta degli interventi apparsi su «La Stampa» e «L’Europeo», Castelnuovo si era già soffermato sull’immagine che di Zeri emerge dai suoi scritti).
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 156-160). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La città celeste, un grande cantiere
Recensione dell'opera: Otto von Simson, La cattedrale gotica. Il concetto medievale di ordine, prefazione di Chiara Frugoni, Bologna, Il Mulino, 1988 (traduzione di Maria Augusta Coppola; I ed. The Gothic Cathedral. Origins of Gothic Architecture and the Medieval Concept of Order, New York, Pantheon books, 1956). In occasione della riedizione di questo classico, “l’ultimo tentativo di lettura unitaria della cultura filosofica e architettonica di un periodo”, Castelnuovo offre una rassegna degli studi sull’architettura gotica del secondo dopoguerra per sottolineare come l’interpretazione qui offerta ponga in primo piano il ruolo del “committente-demiurgo” – Sugerio di Saint-Denis e il vescovo Henri le Sanglier di Sens – a discapito di una più ampia ricostruzione dell’organizzazione del cantiere delle cattedrali e del contesto socio-culturale in cui operava l'architetto. Nella stessa pagina, Castelnuovo recensisce inoltre Architetture Barocche / Baroque Architecture in Piemonte.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Magico Hypergon
Recensione dell'opera: Domenico Prola, Giorgio Jano, Enrico Peyrot, Architetture Barocche / Baroque Architecture in Piemonte. 120 Spazi Sacri / 120 Sacred Spaces, Firenze, Fratelli Alinari, 1988 (introduzione di André Corboz). Di questo volume, che raccoglie un campione dell’ampio censimento delle chiese barocche piemontesi compiuto da Prola, Castelnuovo apprezza la scelta di privilegiare edifici meno conosciuti, in aree periferiche e talvolta a rischio di degrado, così come l’apparato iconografico di Jano, realizzato con l’obiettivo supergrandangolare Hypergon. L’articolo richiama un classico del tema, il Theatrum Novum Pedemontii. Ideen, Entwürfe und Bauten von Guarini, Juvarra, Vittone wie anderen bedeutenden Architekten des Piemontesischen Hochbarocks di Albert Erich Brinckmann, edito da Leonard Schwann nel 1931. Nella stessa pagina, Castelnuovo recensisce inoltre La cattedrale gotica di Otto von Simson.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La giovinezza del Corsaro Nero
Profilo di Roberto Longhi, scritto in occasione della riedizione della Breve ma veridica storia della pittura italiana, con introduzione di Cesare Garboli, Firenze, Sansoni (Universale Sansoni), 1988 (I ed. Sansoni, 1980).
Castelnuovo ripercorre gli esordi del proprio maestro (1890-1970), focalizzandosi sugli anni dell’insegnamento presso i licei romani “Torquato Tasso” e “Ennio Quirino Visconti”, quando aveva redatto questa dispensa (1914). La sintesi che offre, dal Tardoantico all’arte francese del primo Novecento, è un testo programmatico: senza biografie o introduzioni al contesto storico, tratta la pittura come un sistema autonomo secondo una tradizione che guarda a Wölfflin, Riegl, Hildebrand, Berenson e Croce, ma con una convinzione idealistica profondamente ancorata alla fisicità dell’opera d’arte. Ne esce un ritratto del giovane Longhi come “Corsaro Nero” della critica d’arte, già consapevole della propria visione della disciplina, radicale e destinato a divenire una delle figure centrali della cultura italiana del secondo Novecento.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla
Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
L'ottica di Päct
Profilo di Otto Pächt (1902-1988) in occasione della pubblicazione della raccolta di saggi La miniatura medievale. Una introduzione, Torino, Bollati Boringhieri (Nuova cultura, 4), 1987 (traduzione di Flavio Cuniberto e Christa Pardatscher; I ed. Buchmalerei des Mittelalters. Eine Einfuhrung, Monaco, Prestel, 1984); il contributo accompagna la recensione dell’opera di Giovanni Previtali: La storia in miniatura.
In Pächt Castelnuovo non riconosce solamente uno specialista della miniatura, tema di questa raccolta, ma un punto di riferimento tra gli storici dell’arte del secondo Novecento. Forte della sua posizione di consulente editoriale, già alla fine degli anni Sessanta aveva suggerito a Einaudi di tradurre una prima raccolta di saggi di Pächt (del progetto rimane traccia nel fondo della casa editrice, presso l’Archivio di Stato di Torino; solo nel 2011 Einaudi pubblicherà La scoperta della natura. I primi studi italiani, a c. di Fabrizio Crivello con prefazione di Castelnuovo).
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su L’arte e il suo pubblico di Hans Belting
Recensione dell'opera: Hans Belting, L'arte e il suo pubblico. Funzione e forme delle antiche immagini della passione, Bologna, Nuova Alfa (Rapporti, 56), 1986 (introduzione di Giorgio Cusatelli, traduzione di Donatella Mazza; I ed. Das Bild und sein Publikum im Mittelalter. Form und Funktion früher Bildtafeln der Passion, Berlino, Mann, 1981). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su Vermeer di Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias
Recensione dell'opera: Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias, Vermeer, Milano, Mondadori (Pagine d'arte), 1986 (traduzione di Serena Marchi; I. ed. Hazan, 1986). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Colmare qualche lacuna
Profilo di Rudolph Wittkower (1901-1971) in occasione dell’edizione italiana delle sue lezioni sulla scultura, tenute a Cambridge nel 1970-1971: La scultura raccontata da Rudolf Wittkower. Dall'antichità al Novecento, Torino, Einaudi, 1985 (traduzione di Renato Pedio; I ed. Sculpture. Processes and principles, Londra, A. Lane, 1977). Il contributo accompagna la recensione dell'opera di Massimo Ferretti: Seguendo gli scultori.
Una copia dell’opera (I edizione; edizione italiana) è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d'Ateneo "Arturo Graf". -
Le meraviglie del tiranno
Recensione della mostra: Ezzelini. Signori della Marca nel cuore dell'Impero di Federico II (Bassano del Grappa, Palazzo Bonaguro, 16 settembre 2001-6 gennaio 2002), a c. di Carlo Bertelli e Giovanni Marcadella, catalogo edito da Skira. Castelnuovo introduce le vicende del casato degli Ezzelini e presenta il più celebre dei suo esponenti, Ezzelino III Da Romano, soffermandosi sul suo legame con Federico II di Svevia e sull’ambiente culturale e sulle committenze della famiglia, che questa esposizione per la prima volta indaga.
Una copia del catalogo è presente nel fondo librario dell’autore, conservato nella Biblioteca Storica d’Ateneo “Arturo Graf”.