Sfoglia documenti (76 in totale)
-
Abitare la frontiera
Recensione dell'opera: Fritz Saxl, La fede negli astri. Dall'antichità al Rinascimento, a c. di Salvatore Settis, Torino, Boringhieri, 1985; nelle stesse pagine il volume è anche recensito da Eugenio Garin (La barba della Medusa). Accompagna gli articoli un profilo di Saxl (1890-1948), curato da Castelnuovo, che presenta l’ampiezza e l’eccentricità delle sue ricerche a partire dallo stretto legame con Aby Warburg e la sua Biblioteca.
La raccolta qui presentata – allestita da Salvatore Settis, a cui di deve il saggio introduttivo – raccoglie quindici scritti di Saxl, redatti dagli anni Dieci sino alla morte: seppur derivino da differenti occasioni, si incontrano testi di conferenze, saggi e articoli, tutti i contributi ragionano sul tema dell’astrologia, dell’evoluzione e della trasmissione delle immagini astrali tra Oriente e Occidente, Dall'antichità al Rinascimento come indica il sottotitolo. Ne emerge il ritratto di un intellettuale di frontiera, interessato a oltrepassare i confini della storia dell’arte a favore di una più ampia storia della cultura. Ben sottolinea il suo approccio diverso alla disciplina il paragone con Roberto Longhi, “un ‘vero’ storico dell’arte”, nato lo stesso anno di Saxl ma tradizionalmente orientato all’attribuzionismo e alla ricostruzione di personalità artistiche.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
«Mecenati e pittori» nella Roma barocca
A un anno dalla scomparsa, Castelnuovo traccia un profilo di Francis Haskell (1928-2000) in occasione della pubblicazione della terza edizione italiana di Mecenati e pittori. L'arte e la società italiane nell'età barocca (Allemandi, 2000; I ed. it. Sansoni, 1966; I ed. Chatto & Windus, 1963) e dell’opera postuma The Ephemeral Museum. Old Master Paintings and the Rise of the Art Exhibition (Yale University Press, 2000). Ne presenta il suo personale approccio alla storia dell’arte, orientato alla ricostruzione del rapporto delle opere e degli artisti con il loro contesto storico e culturale di provenienza e sulla loro ricezione da parte del pubblico attraverso i secoli.
A tal proposito, Castelnuovo ricorda alcune delle principali pubblicazioni di Haskell:- Rediscoveries in Art. Some Aspects of Taste, Fashion and Collecting in England and France, Londra, Phaidon, 1976 (Riscoperte nell'arte. Aspetti del gusto, della moda e del collezionismo, Milano, Edizioni di Comunità, 1982);
- Arte e linguaggio della politica e altri saggi, Firenze, SPES, 1978;
- Past and present in art and taste, New Haven-Londra, Yale University Press, 1987 (in italiano, Le metamorfosi del gusto. Studi su arte e pubblico nel XVIII e XIX secolo, Torino, Bollati Boringhieri, 1987);
- History and its images. Art and the interpretation of the past, New Haven-Londra, Yale University Press, 1993 (Le immagini della Storia. L’arte e l’interpretazione del passato, Torino, Einaudi, 1997).
L’articolo preannuncia l’uscita della bibliografia dei suoi scritti (Francis Haskell. A Bibliography, in «Saggi e memorie di storia dell'arte, 23 (1999), 223-274», a c. di Linda Whiteley) e la pubblicazione dei testi delle Lezioni Comparettiane tenute da Haskell alla Scuola Normale Superiore nel 1999 (Antichi maestri in tournée. Le esposizioni d'arte e il loro significato, a c. di Tomaso Montanari, Pisa, Scuola Normale Superiore, 2001; l’opera è recensita da Castelnuovo il 20 gennaio 2002).
Una copia di gran parte delle opere citate è presente nel fondo librario dell’autore, conservato nella Biblioteca Storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Il Candelabro Trivulzio? Un bel tenebroso
Stralcio dell’intervento I misteri di un candelabro redatto da Castelnuovo per Il candelabro Trivulzio nel Duomo di Milano (Milano, Silvana editoriale, 2000; una seconda emissione fuori commercio è pubblicata per il Credito Artigiano di Milano).
Castelnuovo torna con la memoria a una delle esercitazioni di Roberto Longhi sul candelabro Trivulzio, durante gli studi di perfezionamento all’Università di Firenze (1951-1955), ricordando che allora nessuno dei partecipanti era riuscito a identificarlo. Con questo episodio intende mostrare quanto poco si sapesse di quest’opera prima dell’indagine di Fulvio Cervini, cuore del volume, nonostante la sua collocazione pubblica nel Duomo di Milano sin dal Cinquecento (Castelnuovo richiama anche il fascicoli su Nicolas de Verdun de I maestri della scultura, curato nel 1966, dove nelle didascalie non era riuscito a specificare l’ambito di provenienza). A partire da queste esperienze personali, è introdotta la disamina di Cervini (Alberi di luce. Il Candelabro Trivulzio nella cultura medievale) che fa luce sull’origine, sulla funzione, sul programma iconografico e sui legami con opere affini al candelabro Trivulzio.
Il contributo è introdotto dalla presentazione di Marco Carminati. -
L'eroe dei due mondi si chiamava Dürer
Recensione dell’opera: Heinrich Wölfflin, L’arte del Rinascimento. L’Italia e il sentimento tedesco della forma, a c.di Maurizio Ghelardi, Livorno, Sillabe, 2001. Castelnuovo elogia il progetto editoriale, che a sessant’anni dalla pubblicazione di Die Kunst der Renaissance. Italien und das deutsche Formgefuhl (Buckmann, 1931) ne offre la prima traduzione italiana. L’articolo fornisce coordinate sul contesto in cui è maturato questo studio comparativo sul rapporto tra arte tedesca e arte italiana tra il 1490 e il 1530, ripercorrendo i principali studi di Wölfflin per meglio contestualizzarne l’opera:- Renaissance und Barock. Eine Untersuchung über Wesen und Entstehung des Barockstils in Italien, Monaco, Theodor Ackermann, 1888 (I ed. italiana: Rinascimento e Barocco. Ricerche intorno all'essenza e all'origine dello stile barocco in Italia, Firenze, Vallecchi, 1928);
- Die Kunst Albrecht Dürers, Monaco, Bruckmann, 1905 (I ed. italiana: Albrecht Dürer, Roma, Salerno, 1987);
- Kunstgeschichtliche Grundbegriffe. Das Problem der Stilentwicklung in der neueren Kunst, Monaco, Bruckmann, 1915 (I ed. italiana: Concetti fondamentali della storia dell'arte. La formazione dello stile nell'arte moderna, Milano, Longanesi, 1953).
-
Su Vermeer di Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias
Recensione dell'opera: Gilles Aillaud, Albert Blankert, John Michael Montias, Vermeer, Milano, Mondadori (Pagine d'arte), 1986 (traduzione di Serena Marchi; I. ed. Hazan, 1986). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Su L’arte e il suo pubblico di Hans Belting
Recensione dell'opera: Hans Belting, L'arte e il suo pubblico. Funzione e forme delle antiche immagini della passione, Bologna, Nuova Alfa (Rapporti, 56), 1986 (introduzione di Giorgio Cusatelli, traduzione di Donatella Mazza; I ed. Das Bild und sein Publikum im Mittelalter. Form und Funktion früher Bildtafeln der Passion, Berlino, Mann, 1981). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La giovinezza del Corsaro Nero
Profilo di Roberto Longhi, scritto in occasione della riedizione della Breve ma veridica storia della pittura italiana, con introduzione di Cesare Garboli, Firenze, Sansoni (Universale Sansoni), 1988 (I ed. Sansoni, 1980).
Castelnuovo ripercorre gli esordi del proprio maestro (1890-1970), focalizzandosi sugli anni dell’insegnamento presso i licei romani “Torquato Tasso” e “Ennio Quirino Visconti”, quando aveva redatto questa dispensa (1914). La sintesi che offre, dal Tardoantico all’arte francese del primo Novecento, è un testo programmatico: senza biografie o introduzioni al contesto storico, tratta la pittura come un sistema autonomo secondo una tradizione che guarda a Wölfflin, Riegl, Hildebrand, Berenson e Croce, ma con una convinzione idealistica profondamente ancorata alla fisicità dell’opera d’arte. Ne esce un ritratto del giovane Longhi come “Corsaro Nero” della critica d’arte, già consapevole della propria visione della disciplina, radicale e destinato a divenire una delle figure centrali della cultura italiana del secondo Novecento.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla
Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Magico Hypergon
Recensione dell'opera: Domenico Prola, Giorgio Jano, Enrico Peyrot, Architetture Barocche / Baroque Architecture in Piemonte. 120 Spazi Sacri / 120 Sacred Spaces, Firenze, Fratelli Alinari, 1988 (introduzione di André Corboz). Di questo volume, che raccoglie un campione dell’ampio censimento delle chiese barocche piemontesi compiuto da Prola, Castelnuovo apprezza la scelta di privilegiare edifici meno conosciuti, in aree periferiche e talvolta a rischio di degrado, così come l’apparato iconografico di Jano, realizzato con l’obiettivo supergrandangolare Hypergon. L’articolo richiama un classico del tema, il Theatrum Novum Pedemontii. Ideen, Entwürfe und Bauten von Guarini, Juvarra, Vittone wie anderen bedeutenden Architekten des Piemontesischen Hochbarocks di Albert Erich Brinckmann, edito da Leonard Schwann nel 1931. Nella stessa pagina, Castelnuovo recensisce inoltre La cattedrale gotica di Otto von Simson.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
La città celeste, un grande cantiere
Recensione dell'opera: Otto von Simson, La cattedrale gotica. Il concetto medievale di ordine, prefazione di Chiara Frugoni, Bologna, Il Mulino, 1988 (traduzione di Maria Augusta Coppola; I ed. The Gothic Cathedral. Origins of Gothic Architecture and the Medieval Concept of Order, New York, Pantheon books, 1956). In occasione della riedizione di questo classico, “l’ultimo tentativo di lettura unitaria della cultura filosofica e architettonica di un periodo”, Castelnuovo offre una rassegna degli studi sull’architettura gotica del secondo dopoguerra per sottolineare come l’interpretazione qui offerta ponga in primo piano il ruolo del “committente-demiurgo” – Sugerio di Saint-Denis e il vescovo Henri le Sanglier di Sens – a discapito di una più ampia ricostruzione dell’organizzazione del cantiere delle cattedrali e del contesto socio-culturale in cui operava l'architetto. Nella stessa pagina, Castelnuovo recensisce inoltre Architetture Barocche / Baroque Architecture in Piemonte.
Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”. -
Oggetti intelligenti
Recensione dell’opera: Federico Zeri, Giorno per giorno nella pittura, I, Scritti sull'arte dell'Italia settentrionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino, Allemandi, 1988. Nel presentare il primo volume dei cinque che compongono la serie, edita da Umberto Allemandi dal 1988 al 1998, Castelnuovo sottolinea come i saggi qui raccolti – pubblicati tra fine anni Quaranta e metà anni Ottanta – permettono di cogliere l’autore nel vivo dell’attività del conoscitore, offrendone un ritratto ben differente da quello più polemico e mediatico (nella recensione a L'inchiostro variopinto, la raccolta degli interventi apparsi su «La Stampa» e «L’Europeo», Castelnuovo si era già soffermato sull’immagine che di Zeri emerge dai suoi scritti).
L’articolo è riedito nella raccolta di saggi La cattedrale tascabile. Scritti di storia dell'arte (Sillabe, 2000, pp. 156-160). Una copia dell’opera è presente nel fondo librario dell’autore, conservato dalla Biblioteca storica d’Ateneo “Arturo Graf”.