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Ora ampliamo i servizi
Castelnuovo commenta la proposta di ampliare l'orario di apertura dei principali musei statali avanzata dal ministro per i Beni culturali e ambientali Walter Veltroni grazie ai risparmi di gestione: pur apprezzando il progetto, precisa la necessità di ripensare ed estendere i servizi didattici offerti ai visitatori (“La visita di un museo non deve essere punitiva”).
L’intervento è posto a corredo dell’articolo di Liliana Madeo, «I musei scopriteli di sera». -
Signor ministro magari dia le dimissioni
Pamphlet polemico sulla condizione del patrimonio culturale in Italia, scritto a seguito del furto di oltre duecento reperti dall’Antiquarium di Ercolano e del crollo di un’ala dell’ex-collegio dei Gesuiti di Noto nel febbraio 1990. Come già in precedenti articoli, Castelnuovo sottolinea l’insufficienza dei fondi statali destinati al Ministero dei Beni culturali e ambientali, che rende impossibile la manutenzione ordinaria e la corretta vigilanza sui monumenti e sulle opere d’arte. Con grande enfasi, la conclusione è rivolta direttamente al ministro, Ferdinando Facchiano, sollecitato a prendere una posizione netta sul ruolo del proprio dicastero e sulla tutela del patrimonio culturale nazionale. -
Musei in crisi? Problema politico
Enrico Castelnuovo ritorna sulla polemica generata dalle critiche dello storico d’arte Souren Melikian ai musei torinesi, in particolare agli allestimenti e alle guide del Museo Civico di Arte Antica, del Museo Egizio e della Galleria Sabauda (The Secrets of Turin Museums, «International Herald Tribune», 19-20 settembre 1987). L’articolo individua nella scarsità dei finanziamenti ai musei le cause delle mancanze sottolineate da Melikian e definisce il problema come una questione politica: sprona infatti le pubbliche amministrazioni affinché riconoscano queste istituzioni come una priorità, ribadendo posizioni già espresse in altri contributi (Non disturbiamo i bisonti di Altamira e Nessun decalogo per l'estate).
Castelnuovo era già intervenuto sul tema: puntualizza le precedenti dichiarazioni e risponde – senza citarlo – alle critiche del Sindaco di Torino alla Biblioteca Reale, che non aveva concesso di esporre i disegni di Leonardo delle proprie collezioni (Renato Rizzo, Musei senza soldi e fantasia, «La Stampa», 22 settembre 1987, p. 45: «Sono reduce da un lungo viaggio nei musei tedeschi e devo dire che, in confronto, i nostri sono davvero deprimenti. Ma lo sa quanto spendono, in Germania, Stato e Laender (ossia l'equivalente delle nostre Regioni) per queste esposizioni così curate sotto il profilo della presentazione delle opere? Cifre stratosferiche rispetto ai finanziamenti miserabili del ministero per i Beni Culturali italiano che non consente, fra l'altro, neppure di stampare guide decenti dei vari musei»; E il tesoro di Leonardo da Vinci sta chiuso nel buio d'un cassetto, ivi). -
Nessun decalogo per l'estate
Enrico Castelnuovo critica l’approccio selettivo verso il patrimonio culturale: anziché suggerire luoghi da visitare o manifestazioni imperdibili per le vacanze estive, espone una serie di questioni già affrontate in Non disturbiamo i bisonti di Altamira. L’articolo denuncia che la cronaca dà spesso spazio a scandali di poco conto, riguardanti le opere più celebri, dimenticando che fattori di rischio come l’umidità del fiato dei visitatori o l’inquinamento atmosferico delle città attaccano giorno dopo giorno i monumenti. L’appello va alle pubbliche amministrazioni di ogni livello, ma anche agli sponsor privati, chiamati a investire maggiori risorse nella pluralità dei musei e nella manutenzione ordinaria, che deve essere capillarmente diffusa e non risolversi in pochi restauri sensazionali. Auspica quindi un passaggio dall’approccio selettivo rivolto al capolavoro a un’attenzione diffusa al patrimonio nel suo complesso, così da ridurre il fenomeno del turismo di massa e favorire una tutela e valorizzazione diffusa. -
Tanti Beaubourg per Roma
Pamphlet polemico contro l'esiguità dei fondi statali destinati al settore dei beni culturali, a partire dalle dichiarazioni del sottosegretario del Ministero dei Beni culturali e ambientali Giuseppe Galasso. Nella seduta del 2 ottobre 1985 della VIII Commissione permanente (Istruzione) della Camera dei Deputati era emerso che la previsione di spesa per i beni culturali sarebbe stata limitata allo 0,22% del bilancio dello Stato. Lo stesso giorno in cui «La Stampa» pubblicava le dichiarazioni di Galasso, il 13 marzo 1986 (p. 2), «Le Monde» dedicava quattro pagine ai progetti promossi oltralpe dal ministro della Cultura Jack Lang, giunto a fine mandato (1981-86; pp. 17-20). Castelnuovo li richiama, guardando con ammirazione alla politica culturale della Francia: in particolare sottolinea come i grandi investimenti messi in campo abbiano permesso di rinnovare numerose istituzioni culturali e di inaugurare importanti musei, a cui il titolo dell'articolo allude. -
Sulla testa di Durbè
Pamphlet polemico sulla direzione del Ministero dei beni culturali e ambientali: Castelnuovo accusa il Consiglio d’amministrazione per la mancanza di trasparenza e l’arbitrarietà nella gestione degli spostamenti di sede dei soprintendenti, che spesso non considerano i legami col territorio e i progetti in corso (è portato ad esempio il trasferimento di Liliana Mercando dal Museo Archeologico di Torino, in corso di riallestimento). L’intervento prende le mosse dalla destituzione di Dario Durbè dalla carica di soprintendente alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, a seguito dello scandalo dei falsi Modigliani di Livorno, ricordando all’opposto il caso del direttore generale Guglielmo Triches, coinvolto in scandali valutari ma non rimosso dall’incarico al Ministero.
Segue una lettera di risposta invita al quotidiano dall'ex-direttore della Rai di Torino Giovanni Viarengo, fortemente critica contro l’operato di Durbé, e un secondo intervento di Castelnuovo, che meglio puntualizza le sue posizioni.
L’articolo è richiamato nel question time della seduta pomeridiana del Senato del 14 novembre 1984, nell’interrogazione avanzata da Olindo Del Donno al ministro dei Beni culturali e ambientali. -
Michelangelo partiam, partiamo
Pamphlet polemico contro lo sfruttamento delle opere d'arte a fini promozionali, a partire dal caso del Cristo con la croce di Michelangelo (Roma, Santa Maria sopra la Minerva). L’articolo condanna il progetto di condurre l’opera all'esposizione di Saint Louis (The 1984 Louisiana World Exposition), per ornare il padiglione del Vaticano: le polemiche dell’opinione pubblica dovute alla natura della scultura, all’assenza di fini scientifici e alle modalità poco trasparenti dell’operazione, avallata dal ministro dei Beni culturali e ambientali Antonino Gullotti, comportarono l’intervento della Presidenza del Consiglio, che bloccò l’iniziativa. Castelnuovo manifesta posizioni critiche affini a quelle di Giuliano Briganti (La statua rapita. Vaticano e Gullotti volevano portare Michelangelo in Usa, «La Repubblica», 3 maggio 1984, pp. 1-2).
Alla stessa questione aveva già dedicato un articolo su «La Stampa» nel 1982.