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La mostra prende le mosse dalla protesta degli studenti nel gennaio 1821, nata da una volontà di difesa dei tradizionali privilegi degli universitari ma che, brutalmente repressa, assunse un significato politico, per poi accennare alla presenza di studenti e docenti sui campi di battaglia del 1848-49. All'Ateneo torinese guardarono centinaia di esuli dagli altri stati italiani dopo il fallimento della cosiddetta "primavera dei popoli": studenti ma anche docenti illustri, il cui innesto favorì il rinnovamento e lo sviluppo di nuovi filoni di ricerca. Sono ricordati anche alcuni tra i futuri uomini di stato e di governo che presso l'Università torinese hanno compiuto la loro formazione.
La documentazione che illustra questo percorso è, purtroppo, assai lacunosa: nel momento in cui il Regolamento generale sugli Archivi del 27 maggio 1875 dispose il deposito degli atti pre-unitari negli Archivi di Stato, con sei successivi versamenti (1877-82) l'Università trasferì all'Archivio di Stato di Torino almeno 1274 unità archivistiche prodotte nel corso del Settecento e della prima metà dell'Ottocento, che di quel periodo costituivano insostituibile documentazione (si pensi soltanto, a titolo di esempio, a 174 mazzi «costituenti la collezione dei verbali delle adunanze del cessato Magistrato della Riforma dal 1814 al 1851»).
Salvo sporadiche eccezioni, nulla di questo materiale a tutt'oggi sopravvive: esso infatti non entrò a far parte del fondo Istruzione pubblica dell'Archivio di Corte, tuttora conservato nel palazzo juvarriano, ma fu sistemato, tra il 1925 e il 1927, nella seconda sede dell'Archivio di Stato di Torino, le cosiddette Sezioni riunite, dove andò distrutto a causa di una bomba caduta l'8 dicembre del 1942.


  • Mostre
    • 2011
      • Universitari nel cammino verso l'Unità d'Italia (1821-1861)